venerdì 28 maggio 2021

PEDAGOGIA: John Dewey


 John Dewey propone per la prima volta una nuova concezione della pedagogia, appoggiandosi a un proprio laboratorio di psicologia e pedagogia sperimentale, che aveva sede a Chicago.

All’interno dei suoi primi scritti pedagogici, stabilisce come l’educazione sia un processo attraverso cui l’individuo assimila le conoscenze conquistate dall’umanità nel suo cammino storico. È compito dell’educatore procedere alla stimolazione e al rafforzamento della potenzialità individuali dell’alunno. 

La scuola è secondo Dewey organizzata a partire dai bisogni e dagli interessi infantili, funzionando come una piccola comunità nella quale si riproducono le caratteristiche della vita sociale esterna. La scuola è quindi concepita in forma progressiva, presupponendo uno sviluppo graduale dell’allievo. 

L’educazione è vista come un’attività sociale basata sull’esperienza che viene presentata come l’intreccio permanente tra essere umano e natura: fatti fisici e operazioni mentali non sono quindi che eventi empirici, in cui il pensiero si configura come lo strumento necessario per agire, risolvendo i problemi mediante la capacità riflessiva. Alla base della pedagogia di Dewey sono due concetti fondamentali: la nozione di esperienza e il principio della società democratica. 

Per quanto riguarda il primo punto, il pensiero è sinonimo dell’inversione dell’esperienza col fine di trasformarla, conoscenza e azione sono dunque due concetti intimamente connessi.

Secondo Dewey è quindi necessario che l’educatore sappia creare le condizioni ambientali idonee affinché le capacità personali, i desideri e i bisogni dell’individuo vengano a manifestarsi in esperienze educative.

L’altro principio fondamentale della sua pedagogia si ritrova nel principio della vita democratica. Se la società democratica è il prodotto dell’intelligenza degli uomini, l’educazione dell’intelligenza costituisce un fattore decisivo per la vita della democrazia. Lo stretto rapporto tra democrazia ed educazione è alla base della relazione interattiva tra scuola e società. La scuola deve puntare alla valorizzazione dell’individuo secondo le sue potenzialità.

Dewey diventò uno dei principali portatori di rinnovamento educativo nel nome dei diritti dell’infanzia e della concezione democratica della scuola. La sua concezione era rigorosamente pragmatista ed empirica, cinonostante questo non gli impedisce di riconoscere le finalità etiche dell’educazione individuate nei valori del metodo scientifico. Attraverso l’educazione questi valori devono avviare l’umanità verso una nuova forma di religiosità laica, una nuova fede per le società moderne. Lavorare in vista della formazione di un fanciullo attivo, significava affermare una coscienza consapevole, capace di pensare in modo critico e dunque di essere parte responsabile di una comunità sociale.

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