venerdì 19 febbraio 2021

PEDAGOGIA: “La scuola e la questione sociale” di Pasquale Villari

 1.

  1. Come potresti descrivere lo stato emotivo della maestra di fronte alla classe? È incuriosita dai nuovi allievi.
  2. Perché la maestra Varetti non esamina Saltafinestra? Perché non osa farlo di fronte al resto della classe. 
  3. -
  4. Alla presenza della nuova insegnante gli alunni reagiscono con atteggiamenti particolarmente curiosi. Pur rispettando la donna rimanendo in silenzio e attendendo le sue spiegazioni, manifestano parecchia curiosità all’ingresso in aula, parlando tra loro in riferimento alla nuova figura presente.
  5. -
  6. L’Italia postunitaria dovette confrontarsi con l’importante problema dell’analfabetismo, che colpiva in particolare il sud Italia, ma dal quale anche il Nord non era esente. Tra ottocento e primo novecento si moltiplicarono le iniziative per la scolarizzazione, ai fini di sconfiggere l’ignoranza. Tra le iniziative più significative troviamo l’istituzione delle scuole per soldati, dette scuole reggimentali, in parallelo alla nascita delle scuole serali e festive, gestite dagli stessi maestri che insegnavano i bambini. Queste scuole erano finanziate da privati e avevano non solo la finalità di insegnare alle persone a leggere e scrivere, ma principalmente puntavano alla formazione di un’opinione politica personale. L’istruzione iniziò a ricoprire un ruolo importante anche per quanto riguarda le esigenze delle nuove forme di produzione industriale: in molti casi furono necessarie competenze più avanzate in campo meccanico, elettrico e chimico, cui si poteva accedere solo se si disponeva già di un buon bagaglio alfabetico minimo. In molti casi queste scuole venivano sostenute economicamente dagli stessi imprenditori, anche per quanto riguarda il campo agricolo. Nacquero infatti varie scuole tecniche agrarie che puntavano alla preparazione di allievi da impiegare come specialisti nell’attività agraria. Particolarmente attive furono inoltre le società di mutuo soccorso, che puntarono a stimolare nei ceti artigiani e operai una mentalità fondata sul rapporto stretto tra lavoro manuale e cognizioni tecniche e scientifiche. I valori su cui queste ultime si basavano sono quelli della cultura self-helpista, che punta a migliorare le proprie condizioni di vita, potenziando il proprio bagaglio di conoscenze personali. Anche la Chiesa non fu esente dalla partecipazione all’alfabetizzazione e non si oppose mai all’idea di una nazione italiana, impegnandosi piuttosto a difendere l’idea di un “Italia cattolica”.

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