mercoledì 2 dicembre 2020

PEDAGOGIA: verifica a pagina 305-306

 Verifica pag. 305-306

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  1. Nell’ottocento, uno dei fattori che condizionarono la nuova visione dell’infanzia fu la concezione romantica, che associava al bambino i caratteri di ingenuità e di libera affettività. 
  2. Le prime scuole specificamente destinate ai bambini furono aperte intorno al 1815 in Inghilterra e in Francia.
  3. Nelle aree industriali, i bambini dei ceti popolari di solito frequentavano gratuitamente scuole organizzate dal Comune.
  4. L’abate italiano ferrante Aporti proponeva la formazione precoce del bambino, dunque l’anticipazione della scuola elementare.
  5. Secondo Froebel il bambino era come una giovane pianta, che ha un suo proprio sviluppo.

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  • Ambiente dialettofono: Ambiente nel quale si parlava prevalentemente in dialetto; dunque l’italiano veniva imparato con l’ingresso a scuola.
  • Kindergarten: asilo, luogo nel quale venivano messe a punto pratiche educative particolarmente efficaci che risentivano dell’influenza di Rousseau e la Naturphilosophie. 
  • “Pedagogia povera”: una pedagogia composta da pratiche educative predisposte in modo pratico, così da rispondere alle esigenze dirette dei ragazzi: assistenza materiale, ospitalità, istruzione e avviamento al lavoro.

Età degli scolari: due anni e mezzo-sei anni

Obiettivi della scuola: assistenza materiale e sviluppo intellettuale e morale degli alunni.

Contenuti dell’apprendimento: alfabeto, lettura, scrittura, calcolo; grande attenzione alla lingua.

Cura del corpo: esercizio fisico sotto forma di gioco; importanza della pulizia e delle sane abitudini alimentari.

Metodo di insegnamento: apprendimento tramite modelli esemplari; valorizzazione dello spirito imitativo.

Disciplina: ricorso a castighi quali l’ammonimento, isolamento temporaneo del gruppo dei pari, privazione del gioco.


Il gioco fu concepito da Froebel come il baricentro dell’educazione infantile: viene visto come lo strumento in grado di favorire l’espressione in maniera creativa, rimanendo in stretto rapporto con il linguaggio. Su queste basi Frobel elaborò l’idea di “doni”, ossia giocattoli dotati di potere simbolico che sarebbero stati utili al bambino per comprendere le leggi che regolano il mondo.

I doni seguivano una logica sequenziale: il primo era una palla elastica e, una volta che il bambino avrebbe imparato a padroneggiarla, sarebbe stato in grado di familiarizzare sempre di più con le proprietà fondamentali dei corpi. Il secondo dono era invece una sfera in un cubo di legno, che aveva come figura intermedia un cilindro; in questo caso gli esercizi compiuti con questi oggetti avevano lo scopo di dimostrare al bambino l’armonia tra contrari. Il terzo era invece costituito da un cubo diviso in otto piccoli cubi e il quarto era un cubo distribuito in tavolette di spessore e lunghezza differenti. In questo modo si andava a soddisfare l’esigenza del bambino di manipolare oggetti grandi e piccoli per scoprirne le  caratteristiche . Froebel proponeva inoltre anche altre attività educative, quali il modellaggio della creta, il cucito, o altri lavori manuali ciascuno rispondente ad ogni stadio di sviluppo del bambino.


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