sabato 26 dicembre 2020

PEDAGOGIA: il sentimento dell’infanzia e Ferrante Aporti


 Fin dall’inizio del XIX secolo si registra una forte attenzione per il bambino e la sua educazione, conosciuto come “sentimento dell’infanzia“. L’infanzia viene riscoperta come un’età in cui il mondo è visto attraverso gli occhi dell’ingenuità e del sentimento e il bambino viene dunque visto come un soggetto da correggere amorevolmente. Dopo il 1815 la quota di popolazione infantile aumentò in modo esponenziale, conseguentemente a ciò vi fu un forte incremento di fenomeni come l’accattonaggio, il vagabondaggio e l’abbandono dei figli a causa dell’estrema povertà da cui le famiglie erano colpite. All’incremento di tali fenomeni conseguirono anche il lavoro femminile extra casalingo, che faceva sì che le donne dovessero trovare nuove forme di assistenza per i propri figli: spesso toccava dunque ai figli maggiori accudire i fratelli più piccoli. Tale fenomeno era accompagnato dal precoce ingresso dei bambini nelle fabbriche, che comportava però molteplici rischi: sfruttamento economico e ambienti di lavoro malsani (inquinamento).

Fu così che a partire dal 1815 comparvero in Europa molte iniziative educative ed assistenziali in favore dei bambini e dei ragazzi, a partire dalla moltiplicazione delle scuole infantili. 

Le prime iniziative scolastiche vennero avviate in Inghilterra e in Francia, ma importante fu anche il panorama italiano, grazie per esempio all’apporto di Ferrante Aporti. Nel 1828 l’abate aprì una scuola infantile per bambini dai due anni e mezzo ai sei, elaborando per la prima volta in Italia, una vera e propria pedagogia dell’infanzia nel Manuale di educazione ed ammaestramento per le scuole infantili

Aporti ripose molte speranze nella formazione precoce dei bambini più piccoli: secondo lui molte delle difficoltà incontrate dai bambini frequentanti nelle scuole elementari erano derivanti da una mancata preparazione pre scolastica. I bambini più piccoli dovevano essere dunque avviati alla prima elementare quanto prima possibile. Nella sua pedagogia Aporti fu molto attento all’impiego appropriato della lingua e insistesse con forza anche sulla pulizia e sulla cura del corpo e degli abiti oltre che su un’alimentazione sana da proporre ai bambini.  Inoltre le punizioni risultavano completamente escluse dal progetto di Aporti, che proponeva invece castighi quali l’ammonimento e l’isolamento. La sua proposta risultava essere fortemente innovativa per il tempo ed ebbe di conseguenza una rapida fortuna. L’aportismo cominciò a declinare soltanto successivamente all’uscita delle teorie proposte dal pedagogista tedesco Friedrich Froebel, più attente alle esigenze psicologiche dei bambini. 

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