domenica 8 novembre 2020

SOCIOLOGIA: la famiglia e l’industrializzazione


 Il processo di industrializzazione ebbe un fortissimo impatto anche sulla struttura e sull’organizzazione familiare. Se prima la famiglia appariva dal punto di vista economico come un soggetto unitario, con l’industrializzazione questo cambia: il singolo individuo diviene protagonista attivo dell’attività economica. A lavorare nelle fabbriche erano soprattutto gli uomini adulti e i giovani mentre i vecchi, i bambini e le donne si dedicavano alle questioni domestiche. Vi è dunque una distinzione dei compiti, dei ruoli e degli spazi tra uomini e donne. Gli uomini tendevano infatti a trascorrere sempre più tempo fuori dall’ambiente domestico, lavorando nelle fabbriche e pesava dunque su di loro la dipendenza economica dell’intera famiglia. Le donne invece si dedicavano all’economia informale, quindi a tutto l’insieme di attività relative alla cura dei minori e al mantenimento dell’ambiente domestico. A ciò corrisponde il diffondersi della famiglia nucleare: il matrimonio viene percepito sempre di più come una scelta individuale e responsabile. A partire dagli anni 60 del XX secolo vi è un rallentamento di crescita dei matrimoni a favore di altre modalità di convivenza che permettevano una maggiore autonomia tra i partner. Parallelamente si diffuse anche il fenomeno delle separazioni e dei divorzi e nel corso del ‘900 si verificò anche una crescita per quanto riguarda la presenza femminile nelle fabbriche. Questo era reso possibile dall’introduzione del lavoro a catena e dei lavori impiegatizi (banche, assicurazioni, uffici pubblici). Nacquero inoltre nuove figure professionali ricoperte tipicamente da donne come quella dell’infermiera, l’insegnante o l’assistente sociale, proprio per quelle caratteristiche che stereotipano le donne come più affini alle occupazioni assistenziali ed educative. Dopo la seconda guerra mondiale in tutta Europa cresce quindi il numero delle donne sposate e lavoratrici pur rimanendo altamente discriminato da fattori come la maternità o la differenza fra salari maschili e femminili.

Quest’ultima era presente sin dall’inizio del ‘900 e secondo la teoria del doppio salario, secondo cui gli uomini dovevano essere retribuiti anche per mantenere la famiglia mentre le donne venivano retribuite solo in funzione della loro sopravvivenza personale.

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