mercoledì 18 novembre 2020

SOCIOLOGIA: domande da 296 a 308

 299

  • La razionalizzazione del lavoro implica il coordinamento degli sforzi in quanto ogni prodotto che acquistiamo è il risultato dell’azione coordinata di molte persone, le quali sommano le loro diverse competenze così da rendere disponibile il consumo di un certo oggetto.
  • Con la semplificazione e la standardizzazione del lavoro, il lavoro viene scomposto in operazioni più facili ed elementari dunque i lavoratori diventano semplici esecutori materiali dei compiti che vengono loro attribuiti e un operaio è pertanto sostituibile con un altro.
  • Con l’introduzione della manifattura cambiano le modalità di produzione e di organizzazione del lavoro, infatti quest’ultimo diventa più organizzato e rigido, scomposto in operazioni elementari che richiedono meno impegno e minori capacità di esecuzione.

301

  • Secondo Marx l’aumento della produttività andava a vantaggio solo dell’imprenditore. La divisione del lavoro infatti era fonte di disuguaglianza sociale perché contrapponeva la classe degli imprenditori a quella dei proletari, i quali erano costretti ad accettare salari sempre più bassi e mansioni manuali ripetitive. Inoltre con la razionalizzazione aumenta l’impiego di personale poco qualificato portando così ad un impoverimento professionale.
  • Con il termine “alienazione” Marx intende il processo tramite cui l’operaio è espropriato del senso complessivo del proprio lavoro in quanto la sua attività lavorativa consiste solo nell’esecuzione di compiti meccanici. L’alienazione è un problema sociale non limitato all’organizzazione del lavoro industriale: corrisponde infatti ad una condizione di isolamento dell’individuo rispetto alle sue azioni, non solo lavorative.
  • L’automazione si è inserita soprattutto nel settore industriale portando alla nascita di nuove professioni, come per esempio gli analisti dei sistemi, gli esperti di programmazione, gli specialisti diretti per il trattamento dei dati ecc..., portando parallelamente ad un aumento della disoccupazione a causa della diminuzione dei posti di lavoro.

303

  • Il processo di industrializzazione ha avuto un fortissimo impatto anche sulla struttura e sull’organizzazione familiare, infatti, se prima la famiglia appariva dal punto di vista economico come un soggetto unitario, con l’industrializzazione e questo cambia: il soggetto singolo diventa protagonista dell’attività economica.
  • L’individualizzazione dei ruoli familiari fa sì che la famiglia non sia più vista come un soggetto unico ma come somma delle attività dei suoi membri. Ognuno diventa portatore di responsabilità familiari che portano alla distinzione dei compiti, dei ruoli e degli spazi tra i membri.
  • Oggi il matrimonio viene percepito come una scelta individuale e responsabile ed è considerato come un rito che sancisce il passaggio dalla gioventù all’età adulta.

306 

  • All’inizio del XX secolo le professioni che si ritenevano più adatte per le donne erano, per quanto riguarda la fabbrica, i lavori impiegatizie, quindi banche, assicurazioni e uffici pubblici. Inoltre nascono nuove figure professionali tipicamente femminili ossia infermiere, insegnanti, assistenti sociali.
  • La teoria del doppio salario era sostenuta dal presupposto che gli uomini dovessero essere retribuiti anche per mantenere la famiglia, mentre le donne andassero retribuite solo in funzione della loro sopravvivenza personale.
  • La situazione attuale delle donne nel mondo del lavoro è sicuramente molto cambiata, oggi il numero delle donne lavoratrici è molto alto: la maggior parte della popolazione femminile lavora oltre ad essere madre. Nonostante ciò la maternità continua a rappresentare un ostacolo al lavoro e sono tuttora presenti differenze fra salari maschili e femminili.

308

  • Per continuare a esistere all’interno della società il sacro si è istituzionalizzato nel tempo, si è dunque strutturato assumendo modelli di comportamento a cui i soggetti si uniformano.
  • Gli elementi visibili del sacro istituzionalizzato sono la fede, la dottrina e il rito. La fede è un’adesione a un essere soprannaturale, la dottrina è la declinazione della fede stessa, ossia una descrizione dei caratteri della divinità oltre ad una coerente visione del mondo per conformarsi ad essa, infine il rito è il complesso di norme che regolano lo svolgimento dell’azione sacrale.
  • La secolarizzazione, ossia il processo che porta all’istituzionalizzazione del sacro avviene a due livelli diversi tra loro: da un lato è un processo che riguarda le istituzioni sociali e la vita collettiva, dall’altro riguarda invece le scelte e le azioni individuali. Innanzitutto lo Stato diventa un’istituzione laica che non privilegia alcuna credenza ne alcuna confessione essendo dunque aconfessionale; dal punto di vista personale invece la secolarizzazione viene intesa come la diminuzione dell’incidenza della fede nelle scelte degli individui.
  • Il sacro si è riaffermato nel mondo contemporaneo grazie alla possibilità che gli individui hanno di scegliere tra credere in qualcosa e credere in qualcos’altro: l’individuo può dunque orientarsi tra opzioni e alternative differenti, scegliendo quella che gli sembra più adatta alla sua personalità. Assistiamo dunque alla convivenza di una pluralità di forme del sacro: nessuna è quella giusta e nessuna pretende di indicare la verità. 

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