venerdì 6 novembre 2020

PEDAGOGIA: il mutuo insegnamento


 Parallelamente alle teorie proposte da Herbart, si diffuse rapidamente in Europa un altro metodo, del “mutuo insegnamento“, il quale si deve a due educatori inglesi Andrew Bell e Joseph Lancaster, i quali ebbero entrambi, pur lavorando individualmente, la stessa intuizione, ossia quella di avvalersi degli allievi già alfabetizzati per aiutare i principianti. Sia Bell che Lancaster si trovarono infatti ad avere a che fare con una scolaresca molto numerosa e, non disponendo di un numero sufficiente di docenti, ebbero entrambi l’idea di adottare la pratica di insegnamento di origine indù, che prevedeva che l’istruzione dei ragazzi più piccoli, o dotati di minori conoscenze, venisse impartita dai ragazzi più anziani e più preparati. 

All’interno delle scuole mutue l’insegnamento era limitato a conoscenze di base, come lettura, scrittura e calcolo mentre per le ragazze venivano impartite anche lezioni di cucito. L’insegnamento avveniva all’interno di un unico locale, in cui i ragazzi erano radunati in piccoli gruppi guidati da un proprio assistente, ognuno in base al proprio livello. All’interno della stanza si trovavano inoltre grandi cartelloni che presentavano lettere dell’alfabeto e operazioni aritmetiche di base. Quello delle scuole mutue si verificò un sistema efficace per abbattere il diffuso analfabetismo e migliorare le condizioni di vita dei ceti popolari, senza un ampio dispendio economico. Nonostante ciò contribuiva a produrre un sapere semplice e a base mnemonica, adatto a persone destinate a condizioni umili e non aveva nulla a che fare con la completezza proposta dal metodo herbartiano. 

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