venerdì 6 novembre 2020

PEDAGOGIA: domande pag. 282-286-288-290

 282

  • Con l’espressione modernità venivano indicate tutte quelle consuetudini che si ponevano in alternativa a quelle tipiche della tradizione della fede religiosa e dei ritmi di vita della società rurale e che corrispondevano a nuovi valori, come quelli proposti dalla civiltà industriale, ossia la fiducia nel progresso, il principio della libera concorrenza, la visione laica dell’esistenza, il valore della razionalità.
  • Coloro che criticavano l’idea di modernità, temevano che il mancato riconoscimento dei valori tradizionali, combinato ai cambiamenti in corso, avrebbe potuto ridurre il progresso a semplice utilitarismo economico. 
  • Il ruolo della scuola in relazione alla formazione di una nuova società è centrale: l’apertura di nuove scuole permetteva infatti di combattere l’analfabetismo e la pedagogia veniva dunque vista come il sapere in grado di orientare l’educazione.

286

  • Herbart riprende i valori kantiani nel momento in cui parla della filosofia morale: sostenendo infatti che il fine dell’educazione è la moralità personale e che quest’ultima consiste nella formazione del carattere e nel conseguimento della virtù, egli si appoggia alla filosofia base del filosofo stesso.
  • Le fasi del metodo educativo herbartiano sono dati dalle tre condizioni operative: il governo, la disciplina e l’istruzione. Il primo permette la formazione di un ambiente ben organizzato, la seconda è data dall’impiego di premi e castighi e la terza corrisponde all’esercizio intellettuale dato dalle prescrizioni didattiche destinate agli insegnanti.
  • La disciplina e la formazione del carattere rappresentano la primaria condizione dell’ordine sociale e promuovono l’abitudine ad usare con profitto il proprio intelletto.
  • Il maestro deve procedere sulla base di una serie di prescrizioni didattiche: la chiarezza, l’associazione, l’ordine sistematico e il metodo. L’insegnante deve innanzitutto rendere chiare le idee all’allievo così da favorirne l’ordine delle rappresentazioni mentali; deve poi adattare il programma all’età del fanciullo e programmare ogni lezione facendo esercitare l’allievo mettendo in relazione le conoscenze da lui acquisite, producendo così il metodo. 

288

  • Il mutuo insegnamento consiste nell’avvalersi degli allievi già alfabetizzati per aiutare i principianti.
  • Lancaster trasse l’ispirazione per la formazione del proprio metodo didattico a partire dalla volontà di creare una scuola gratuita per i ragazzi poveri.
  • Questa metodologia didattica fu soggetta a diverse critiche soprattutto per la debolezza della pedagogia che andava sorreggerla, essa veniva infatti accusata di produrre un sapere semplice e di base mnemonica, adatto unicamente a persone appartenenti a condizioni sociali umili.
  • Alle esperienze di mutuo insegnamento dobbiamo gran parte dell’insegnamento contemporaneo di lettura, scrittura e calcolo, i quali infatti non vennero più articolati in modo sequenziale, oltre all’uso di materiali e sussidi visivi (cartelloni) e la scolarizzazione femminile accanto a quella maschile.

290

  • Il punto di partenza della riflessione di Gabelli sulla scuola elementare parte dal quesito che gli si pone circa l’inutilità dell’apprendimento mnemonico.
  • A differenziare il metodo herbartiano da quello gabelliano è la visione dell’allievo: se nel primo caso egli è infatti un personaggio senza volto e ad essere centrale nell’agire educativo è il maestro, secondo Gabelli il fanciullo è invece protagonista attivo e consapevole del processo educativo.

Nessun commento:

Posta un commento

PEDAGOGIA: Celestin Freinet

  Celestin Freinet pensa ad una “nuova società” e ad un “nuovo uomo”. Questa immagine si basa sulla valorizzazione delle risorse personali d...