venerdì 19 febbraio 2021

PEDAGOGIA: pedagogia tra progresso ed evoluzionismo, Herbert Spencer


 Con la metà del XIX secolo, nello scenario pedagogico europeo iniziano a verificarsi forti cambiamenti, grazie all’avvento della cultura positivista. L’educazione è sempre più ispirata ai principi della modernità scientifica, alimentata dal pensiero di Auguste Comte. Lo studioso ricostruì l’intera storia dell’uomo alla luce della nozione di progresso: inizialmente l’uomo interpretava i fenomeni a partire dalla religione, successivamente riesce ad arrivare alle spiegazioni metafisiche e soltanto infine riesce, grazie alla comprensione scientifica, ad arrivare al ragionamento deduttivo. Scienza e metodo sperimentale divengono quindi le uniche vie principali per accedere alla conoscenza. Il secondo principio di notevole importanza di cui si fa esperienza in questo periodo è la nozione di evoluzione, a partire dalle scoperte naturalistiche di Charles Darwin. Cambia così il ruolo dell’uomo nella natura, quest’ultimo viene infatti posto non più come sovrano, ma come esito di un complesso gioco di forze naturali. Anche la stessa educazione rientra all’interno del campo di applicazione delle leggi evolutive: si comincia a parlare di scienza dell’educazione, finalizzata a garantire l’ordinato sviluppo della società; dunque l’educazione inizia a dover trasmettere non solo nozioni, ma anche valori reputati socialmente utili (disciplina, rispetto delle gerarchie sociali, igiene). 

In tali termini importante è il pensiero di Herbert Spencer, il quale elaborò per primo una teoria filosofica di impianto evoluzionista che comportò una rivisitazione del sapere umano. Egli presentò la tesi dell’evoluzione come legge universale, valida per tutti gli ambiti della realtà, parlando quindi per la prima volta di evoluzionismo cosmico. La legge dell’evoluzionismo cosmico poggia su tre caratteristiche specifiche: il passaggio da una forma meno coerente a una più coerente; il passaggio dall’omogeneo all’eterogeneo; il passaggio dall’indefinito al definito. Queste tre caratteristiche poggiano a loro volta su tre principi: l’indistruttibilità della materia, la continuità del movimento e la persistenza della forza. In base a ciò cambia anche la concezione dell’intelligenza umana, vista sempre più come un dato ereditario, derivante da un progressivo accumulo di esperienze. Anche gli stessi schemi logici, non sono visti come frutto di interiorizzazione personali, bensì come frutto di assimilazione biologica e psicologica di selezioni e adattamenti. Spencer riteneva che la stessa educazione dell’uomo dovesse svolgersi tenendo conto della sua condizione di “essere naturale“ e dunque lo stesso fine dell’educazione risulta strettamente legato a tale concezione. Hanno pertanto carattere prioritario tutte quelle attività che sono destinate alla conservazione della specie umana. A partire da ciò Spencer riordina anche il tradizionale ordine educativo, dando priorità alla formazione fisica e lasciando un ruolo subalterno alle discipline umanistiche, proponendo un’etica basata sull’adeguamento alle regole naturali.

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