martedì 6 ottobre 2020

SOCIOLOGIA: la società di massa

 






Prima della nascita della società industriale le persone avevano esperienze di forme di vita collettiva molto più vicine al concetto di comunità. La comunità è una collettività all’interno della quale i rapporti sono caratterizzati da un alto livello di intimità personale e nella quale prevalgono modelli di interazione basati su vincoli di sangue o di vassallaggio. La comunità è dunque un contesto caratterizzato da una forte coesione interpersonale. A partire dal XVII secolo, con l’avvento del razionalismo, al centro dell’attenzione è posto però il singolo: l’individuo viene considerato principalmente per la sua capacità di effettuare scelte e stabilire rapporti con chi gli sta intorno in base a quanto gli viene suggerito dalla ragione. Con la Rivoluzione industriale, utilizzando la terminologia di Durkheim, la “solidarietà meccanica“, nella quale gli individui si conoscevano tra loro grazie al lavoro, viene sostituita da una “solidarietà organica“ in cui il lavoro si specializza e le persone svolgono attività differenti, garantendo così la complementarità della collettività. Inoltre con l’avvento della società moderna cambia la percezione di diversi eventi tra i quali la nascita, la malattia, l’educazione dei figli, il lavoro. Infatti questi ultimi divengono a carico dello Stato. La vita individuale è dunque sempre più amministrata dalla collettività e coincide con lo stesso Stato, quindi con un insieme di norme e leggi. La conseguenza di ciò è l’ aumento del benessere individuale, oltre alla possibilità per l’individuo di prendere decisioni autonome, non vincolate alla propria tradizione. La società moderna di basa sui concetti di razionalizzazione individualizzazione. La prima comporta l’organizzazione delle varie attività umane e la seconda l’autodeterminazione dei singoli. Particolare è inoltre il cambiamento del modo di lavorare, fondato a questo punto sulla scienza: si inizia parlare di organizzazione scientifica del lavoro. I carichi di lavoro, le responsabilità e le mansioni vengono redistribuite  tra i soggetti, razionalizzando così il processo produttivo. 

Il processo di razionalizzazione si caratterizza quindi per diversi punti: 

- l’alto grado di formalizzazione: nelle scienze moderne viene utilizzato un linguaggio matematico, altamente formalizzato, così da sottrarre le proprie conoscenze alla variabilità; 

- la pretesa di migliorare l’efficacia e l’efficienza delle azioni: vengono adottati dei criteri razionali per raggiungere gli obiettivi prefissati con il minimo dispendio di energie; 

- l’universalismo: ciò che è razionale è valido per tutti, si riducono così le discriminazioni basate sulla traduzione e sul pregiudizio; 

- il carattere impersonale delle azioni: vi è una crescente indifferenza per l’elemento umano; i comportamenti non variano in base alla persona tenuta a compierli ma è l’essere umano a variare e ad adattarsi alle caratteristiche; 

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