lunedì 21 settembre 2020

SOCIOLOGIA: la socializzazione

 


Ogni individuo è fin dalla nascita inserito in un mondo sociale, nel quale deve imparare a muoversi e con cui deve costantemente rapportarsi. Il processo che garantisce la riuscita di tale integrazione è il processo di socializzazione, tramite cui l'individuo sviluppa una forma di conoscenza sociale senza la quale la vita in società risulterebbe impossibile. Per inserirsi all'interno di una società, è necessario comprenderne le regole: organizzazione strutturale, usanze, credenze e cultura. Tale processo coinvolge l'intera esistenza umana, infatti per tutta la vita l'individuo dovrà confrontarsi con l'insieme di ruoli, norme, aspettative sociali e strutture sociali che compongono la società stessa, acquisendo padronanza dei modelli comportamento da essa richiesti. Il processo di socializzazione è frutto da un lato dell'apprendimento, ossia di modificazioni del comportamento dovute al rapporto con l'esterno (altri individui; ambiente) e dall'altro lato dipende invece dal patrimonio genetico della persona: si possono pertanto distinguere nella socializzazione due differenti meccanismi, i meccanismi biologici e quelli culturali. I primi dipendono dall'intelligenza, dono naturale delle persone e dunque caratteristica psicologica innata, dalla quale dipende a sua volta l'apprendimento, che va però necessariamente accompagnato all'interazione con altri soggetti, solo in questo modo potrà infatti produrre effetti significativi. Per quanto riguarda invece i meccanismi culturali, essi si basano su concetti come quelli di "ricompensa" o "punizione": esse costituiscono una semplice modalità di socializzazione, che prevede il rinforzo di un comportamento considerato giusto e che si vuole far ripetere e contemporaneamente la punizione per l'azione della quale si vuol far comprendere la negatività. Significativi in tal senso sono peraltro i meccanismi di imitazione e identificazione, i quali consistono nella riproduzione di atteggiamenti di persone prese a modello (con le quali vi è generalmente un forte legame affettivo).

Tra gli scopi primari della socializzazione vi è la formazione di una propria identità personale: quest'ultima è a tutti gli effetti un prodotto sociale, in quanto è solo grazie alle interazioni sociali che l'uomo può formarsi un'idea di se stesso, con tutte le sue qualità e tutti i suoi limiti. Le fasi di tale processo di strutturazione dell'identità personale sono inoltre state oggetto di studio di George Herbert Mead, il quale, studiando le fasi del gioco del bambino, ha fatto emergere l'importanza dell'interiorizzazione della struttura sociale in cui l'individuo è calato ("l'altro generalizzato"). Nella prima fase per esempio, il bambino gioca imitando comportamenti visti dai genitori, senza comprenderne l'utilità; successivamente inizierà a sviluppare il "gioco libero", semplice e senza regole in cui assumerà i comportamenti degli "altri significativi" (mamma, papà, zio, zia, ecc); nella terza fase inizierà invece il "gioco organizzato", con regole precise, in cui i ruoli avranno significato indipendentemente da chi andrà ad esercitarli. Chiaramente il processo di formazione dell'identità personale non si ferma a questo punto: tutti i cambiamenti che l'individuo affronterà nel corso del suo ciclo di vita, contribuiranno a modificarne l'identità personale. 

Nel processo di socializzazione vanno inoltre distinte due fasi: la socializzazione primaria e quella secondaria. La socializzazione primaria riguarda tutte le competenze sociali di base e si forgia dunque nei primi anni di vita del bambino: egli impara direttamente dal suo esempio, ossia dagli adulti con cui entra in contatto e con cui stabilisce un legame emotivo. Questo processo è generalmente inconsapevole, infatti gli adulti tendono a socializzare i bambini indipendentemente dalla loro volontà. Per quanto concerne invece la socializzazione secondaria, essa avviene nella seconda fase della vita dell'individuo, ossia a partire dal momento in cui egli entra in contatto con realtà come la scuola o il lavoro, esterne dunque all'ambito familiare e necessitanti di competenze sociali più specifiche. 

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